Quando chi compra vuole saperne di più

Ho iniziato a lavorare come copywriter nel 2010 quando i maggiori brand di moda aprivano i propri shop online. Al tempo chi acquistava sulle piattaforme di e-commerce era percepit* come qualcun* che doveva essere guidat*, un* inespert* la cui user experience era tutta da costruire, l’offerta online era ancora vista come supporto al negozio fisico, come una sorta di catalogo da sfogliare, spesso mal raccontato e, di conseguenza, con un numero limitato di conversioni.

Le cose ovviamente sono cambiate, non solo le esperienze di acquisto online delle persone sono aumentate e così le loro competenze ma, cosa ancora più importante, è cambiata la consapevolezza di come si compra e di cosa. Se acquistare online viene percepito sempre di più come facile, anche un paio di scarpe o di occhiali (se non va bene tanto c’è il reso), anche la qualità di quello che compriamo diventa sempre più rilevante.

Com’è la qualità di quello che compro, chi lo fa e dove, in che materiali (sono sostenibili? dureranno nel tempo?) cosa lo distingue dagli altri brand che fanno esattamente la stessa cosa? Come posso avere le competenze giuste, da utente, per capire il vero valore di quello che sto acquistando online? Riguardo a questi aspetti esistono dei profili social davvero utili per orientarsi negli acquisti. Ecco alcuni esempi:

  • Andrea Cheong. Le sue onestissime recensioni ti fanno capire come le grandi catene lavorino, perché a volte anche qui ci sono capi che vale la pena acquistare, perché anche i grandi nomi a volte sono poco affidabili o perché, invece, sono la scelta giusta.
  • Sara Salerno. Da vent’anni sviluppatrice di prodotto, Sara spiega, in modo semplice e comprensibile a tutti, gli elementi del settore moda che possono servire a orientare chi compra. Dalla mitica “rubrica” Impariamo a vedere le cose, ai commenti sui casi/ultime news del settore, fino ai termini tecnici e ai falsi miti sui tessuti.
  • Tanner Leatherstein. L’artigiano sbudellatore di borse: guardare i suoi video fa un po’ male al cuore ma molto bene alla consapevolezza. Ormai una celebrità, questo artigiano della pelle va in negozio, compra ad esempio una borsa di Prada, e la apre (smonta) letteralmente per vedere come è fatta e…se vale la pena pagarne il prezzo. Queste vere e proprie autopsie alle borse ti fanno capire il mondo della pelle e il lavoro incredibile che c’è dietro ad alcuni pezzi.

Non sono semplici consumatori che fanno recensioni sulla base delle loro esperienze di acquisto. C’è chi li fa entrare nella categoria dei deinfluencers ma si tratta di persone che mettono le loro competenze e gli anni di esperienza in quello che sanno fare bene, al servizio di chi vuole saperne di più. Guardando i loro seguiti sui social è normale capire quanto chi si affaccia agli acquisti online (e offline) è sempre più informato, vuole farsi un’idea, vuole un’opinione sincera di quello che trova in vendita.

Come impatta questo sui brand? Di sicuro vale la pena raccontare la propria realtà con sincerità e con la prospettiva di informare oltre che promuoversi; fare schede prodotto sempre più chiare e ricche di dettagli davvero utili (ho parlato qui delle istruzioni di lavaggio, ad esempio); formare il servizio clienti in modo che apra un dialogo chiaro con chi compra; raccontare la propria realtà magari svelando i dietro le quinte di tutto il lavoro che ci sta dietro, per far entrare (accogliere) chi è dall’altra parte dello schermo nel proprio mondo produttivo e concettuale. In questo modo ci sarà un’altissima probabilità che diventi un* cliente soddisfatto.

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