Ode a Stephen (forevA) King

Stephen Edwin King sarai anche stato sottostimato dalla critica letteraria, ma io ti ho amato dal primo secondo in cui ti ho letto.

Stamattina sono finalmente riuscita ad ascoltare il podcast di Morgana su Stephen King (Michela ti voglio troppo bene) e ho avuto un’ulteriore conferma del fatto che questo scrittore sia La Vita.

Da sempre, quando consiglio alle genti di leggere SK mi sento rispondere: “Eh, ma gli horror non fanno per me”, oppure: “Eh ma è un genere troppo truculento, non mi piace”.
Poveri stolti/e.
Ok, forse troverai cani bavosi che vogliono ucciderti a morsi (Cujo) o pazze isteriche che amputano arti (Misery), o anche gente trasformata in alieni geniali e psicotici (The Tommyknockers), e come non citare la materia celebrale che talvolta pende da qualche superficie, (immagine che compare in diversi libri). Bleah, tra l’altro.

Ma questo è solo un tema che SK vuole esplorare; la sua sensibilità e acuta osservazione della realtà e dei sentimenti traspare con chiarezza quando descrive l’amicizia fra ragazzini (IT, Il corpo), o un semplice abbraccio fra una donna che ha vissuto di violenze e un uomo che finalmente la ama (Rose Madder). E il rapporto morboso che si instaura fra le persone e gli oggetti in Cose Preziose? Paranormale a parte, questa è una perfetta descrizione di alcuni aspetti della contemporaneità.

Io ho scoperto il Re per caso, nella piccola biblioteca vicino a casa mia. Credo che fossi in prima superiore, o forse alla fine della terza media. Mi stavo annoiando, ho preso questo piccolo libro intitolato Carrie* dalla libreria della biblioteca e ho iniziato a leggerlo.
E l’ho finito. SUBITO.

La cosa che mi ha colpito è che descrivesse in un modo chiaro e cristallino la crudeltà e il bullismo contro questa ragazza che vorresti difendere e portare in salvo fin dall’inizio. La scena dello sconcerto di di Carrie davanti alle sue prime mestruazioni e la cattiveria terribile delle compagne che gli lanciano i tamponi mi ha sconvolto e fatto pensare. SK ti trascina in questo mondo e quando arrivi alla carneficina finale, quasi la comprendi perché tutto l’odio di cui si carica la vicenda, pagina dopo pagina, deve necessariamente avere una sorta di catarsi conclusiva.

Piccolo inciso. La questione mestruazioni è stata per me delicata: io le aspettavo con impazienza (!) e vedevo le mie amiche che parlavano di dolori e assorbenti mentre io ascoltavo senza veramente comprendere il significato di quello che stava accadendo loro. Quando mi sono arrivate l’ho vissuto come un grande traguardo.
Pensare alla povera Carrie inconsapevole e presa pure per il culo mi ha destabilizzato.

Ciclo mestruale a parte, SK è davvero un maestro a descrivere l’animo umano, le sue perversioni, i suoi meandri sentimentali e tutta quella complessità che è difficile da far arrivare a un lettore. Lui ce la fa in modo eccellente. Lo fa con il rispetto di chi sa che ognuno, nessuno escluso, a un certo punto si ritrova ad affrontare la propria metà oscura, le proprie paure, le proprie malvagità. È una cosa che ci accomuna tutti, che ci rende tutti uguali. Esattamente come la possibilità di redimersi, di risollevarsi e di ritrovare la via di casa.

Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po’ di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c’è con tutto il coraggio che riesci a trovare e tutta la fiducia che riesci ad alimentare.
Sii valoroso, sii coraggioso, resisti.
Tutto il resto è buio.

IT

*p.s. Lo so, scoprire Stephen King con Carrie è un terribile cliché ma è andata davvero così.

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